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Pescosolido (Galasso)_1  25/04/18  11:46  Pagina 13






                   Giuseppe Galasso                                                  13


                   legge 8 agosto 1985, n. 431 per la protezione del paesaggio, ricordata
                   ancora oggi con il suo nome), che resta, ancorché quasi del tutto disat-
                   tesa, una delle vette culturali, civili ed etiche più elevate mai raggiunte
                   dalla legislazione italiana in tale materia. Un’attività che traeva origine
                   dal preoccupante saccheggio dell’intero territorio nazionale ad opera di
                   una cementificazione senza controllo, i cui effetti deleteri sulla vita eco-
                   nomica, sociale e culturale del paese si sono progressivamente aggravati
                   nel corso degli anni anche e soprattutto a causa della mancata attua-
                   zione dei provvedimenti da lui promossi; ma un’attività che era stata
                   mossa originariamente dalla constatazione sgomenta di quel che acca-
                   deva in particolare nel territorio meridionale, dove la devastazione pae-
                   saggistica delle coste e dell’interno produce oggi danni economici assai
                   più sanguinosi che nel Centro-Nord, dove comunque esistono risorse
                   economiche generali ben superiori a quelle del Sud.
                      La sconfitta sul versante della difesa del paesaggio e del patrimonio
                   storico-artistico, particolarmente dolorosa soprattutto per il Mezzo-
                   giorno, fu d’altronde solo una componente del più generale insuccesso
                   che la politica meridionalistica del secondo dopoguerra ha registrato
                   nel suo insieme, con un perdurare del dualismo territoriale tornato
                   oggi  alle  dimensioni  di  quello  dei  primi  anni  Cinquanta  del  secolo
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                   scorso . E tuttavia né a Galasso né all’insieme delle forze politiche libe-
                   raldemocratiche si possono attribuire grandi responsabilità sugli esiti
                   insufficienti di quella politica. Al contrario, come ebbi a sottolineare in
                   altra sede , il periodo compreso tra gli anni Cinquanta e il 1973, carat-
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                   terizzato dalla prima stagione dell’intervento della Cassa per il Mezzo-
                   giorno, rimane l’unico della storia italiana post-unitaria in cui si sia
                   realizzato un accorciamento delle distanze tra Nord e Sud del paese sia
                   in termini di Pil pro capite, sia in termini di tutti i maggiori indicatori
                   del livello di vita economica e sociale. E non si può poi certo attribuire
                   a forze minoritarie come quelle guidate da La Malfa, Spadolini, Com-
                   pagna, Romeo, Galasso ed altri se in Italia a partire dagli anni Settanta
                   del secolo scorso non ci fu alcuna seria possibilità di realizzare una
                   politica dei redditi e una seria programmazione in cui fosse perseguito
                   un definitivo riequilibrio territoriale tra Nord e Sud del paese. Furono
                   in realtà la maggior parte delle forze sindacali e i maggiori partiti politici
                   – Democrazia Cristiana, Partito Socialista e Partito Comunista – a fare
                   le scelte decisive, favorendo dagli anni Settanta del secolo scorso in poi
                   un aumento dei consumi nettamente al di sopra degli incrementi di
                   produttività e delle possibilità economiche del paese, inevitabilmente
                   a scapito degli investimenti produttivi e del riequilibrio territoriale.



                      6  Id., La questione meridionale in breve. Centocinquant’anni di storia cit., pp. 139-161.
                      7  Ibidem, p. 156.


                   n.42                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Aprile 2018
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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