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72 Massimo Bomboni
solamente per compiacerlo e gratificarlo, con grande danno per gli inte-
ressi della Repubblica . Le lettere impiegavano dai venti giorni a un mese
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per compiere il tragitto fra Amsterdam e Firenze e pertanto la corte me-
dicea non ricevette la notizia tempestivamente. Alla fine di dicembre, Fer-
dinando scrisse infatti al suo agente di avere fiducia negli aiuti del Re di
Francia che già dalla metà di novembre aveva intensificato gli sforzi in
suo aiuto . Enrico IV infatti contattò a più riprese il proprio ambascia-
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tore nei Paesi Bassi, Paul Chart de Buzenval, e il residente olandese in
Francia, François van Aersens, per trattare con gli Stati Generali .
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La Francia era uno dei principali sostenitori della Repubblica nel con-
flitto contro la Spagna sia finanziariamente sia militarmente, così come
Ferdinando era stato fra i principali alleati di Enrico IV nella sua ascesa
al trono. In questa catena di relazioni, in cui dobbiamo considerare anche
la stretta parentela fra il granduca e la regina Maria, non era dunque
auspicabile per gli olandesi irrigidire i rapporti con la corte di Parigi, né
per Enrico inimicarsi il sovrano toscano . Le fruttuose relazioni commer-
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ciali fra la Toscana e i Paesi Bassi, che nessuno dei due contraenti era
deciso a rovinare, convinsero infine gli Stati Generali a una conclusione
pacifica della disputa. La notizia della liberazione giunse a Firenze i primi
di gennaio del 1607 con grande soddisfazione del granduca Ferdinando,
che ringraziò personalmente i due sovrani francesi .
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Al rilascio della nave seguirono però delle misure precauzionali da
parte degli Stati Generali, volte a tutelare gli interessi olandesi. As-
sieme al divieto generale di commerciare nelle Indie senza il permesso
della Compagnia, il 16 dicembre venne infatti deliberato che la nave
non dovesse navigare al di là del Capo di Buona Speranza, precluden-
dole così ogni possibilità di raggiungere i mercati dell’Oriente . Pre-
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sumibilmente, questo fu il compromesso stabilito per la liberazione
della nave, che, infatti, non navigò mai verso le Indie Orientali nono-
stante i lunghi preparativi, ma venne destinata ad altre missioni.
Inizia qui la parte inedita della storia del galeone Livorno, non an-
cora ricostruita dagli studiosi. Solo Gemma Sgrilli nel 1905 ipotizzò
66 Ivi, c. 802, 11 dicembre 1606.
67 Asf, Mdp, 75, c. 178v, 29 dicembre 1606.
68 Asf, Mdp, 67, cc. 306, 307, 10 novembre 1606.
69 Asf, Mdp, 4750, c. 648, maggio 1605, Jan Van der Neesen a Belisario Vinta:
«Avanti il mio arrivo qua si era incamminato verso Diepa [Dieppe] un personaggio fran-
zese delli stati che questa Corona provvede loro [gli Stati Generali] ogni dua mesi a
ragione dice 600.m scudi l’anno». Oltre all’appoggio di Ferdinando I nell’ascesa al trono
di Enrico IV tramite prestiti (che ammontavano a circa un milione e centosettanta mila
scudi d’oro), consigli e pressioni sulla corte pontificia, è necessario rimarcare l’impor-
tanza del matrimonio con Maria de’ Medici, che portò in dote ben 600.000 scudi. U.
Dorini, I Medici e i loro tempi, Nerbini, Firenze, 1989, pp. 442-443.
70 Asf, Mdp, 300, c. 18, 14 gennaio 1607.
71 N. Japikse, Resolutiën der Staten-Generaal 1576-1630 cit., p. 811, 16 dicembre 1606.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)