Giuseppe Giarrizzo

Un comune rurale della Sicilia etnea (Biancavilla 1810-1860)

1963. - Catania, - Società di Storia Patria per la Sicilia orientale - Monografie di storia municipale - Biblioteca, serie IV, vol. I,

Historia minima certo, quella che ho tentato di narrare nelle pagine di questo libro, la vicenda di una piccola comunità in mezzo secolo della sua vita. Il limite cronologico posto all’indagine, la crisi del 1860, chiarisce la ragione prima di questo lavoro che fu quella di dare una risposta più articolata alle domande e ai dubbi che avevano fatto sorgere le contrastanti valutazioni di quell’episodio, e al tempo stesso di proporre un tipo di ricerca analitica che, estesa a interpretare un vasto numero di vicende locali coeve, potesse costituire la base per un discorso più chiaro e onesto su molti aspetti della società siciliana nel secolo XIX.
Appunto per ciò questo libro inaugura una nuova serie della Biblioteca della Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale, dedicata alle storie municipali di Sicilia, il cui piano prevede con la ristampa di alcuni importanti studi di storia locale la pubblicazione di cronache, fonti diplomatiche e saggi intesi ad illustrare le vicende dei nostri municipi.
Visti agire su un palcoscenico tanto piccolo e così poco profondo, gli uomini mettono a nudo taluni tratti del loro carattere, modi di intendere la realtà sociale e di operare su di essa, lo ‘ stile’ del loro tempo e della loro società con una sì stretta aderenza alle situazioni e ai problemi della comunità locale da annegarvi talora soffocati da una rete fitta di intrighi e di passioni. Sicchè quelli di essi che ne emersero non poterono non misurare la più vasta realtà secondo quel metro e quello ‘ stile ‘, sia che li accettassero o li respingessero polemicamente; e l’interpretazione politica e morale dei problemi della più vasta comunità che furono talora chiamati a reggere restò condizionata dall’esperienza di quel piccolo mondo provinciale, che divenne così quasi un microcosmo. Nella storia piccola come nella grande, l’ambizione di potere può variar di grado ma non di natura: c’è sull’un piano come sull’altro una differenza altrettanto grande tra chi vede nel potere una fonte di profitto personale e chi aspira ad esso come a strumento per la realizzazione di fini generali che comportano il successo pratico di quella che si considera la parte più avanzata del paese (Dall’introduzione di Giuseppe Giarrizzo).
Si ringrazia Giuseppe Giarrizzo per aver consentito la messa on line del testo.