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Un'isola di scomunicati: Sicilia, 1339                           235



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             tadino di Palermo . Ai due è collegato Ruggero de Vallono, il quale
             aveva posseduto i casali Rachalsuar e Fiumedinisi e le saline di
                                                                          78
             Nicosia, ma la cui morte, che pare fosse avvenuta da tempo , con-
             fermerebbe l’utilizzazione per il procedimento di scomunica di dati
             non aggiornati.
                                                                   a
                Ormai giunti verso la metà dell’elenco, troviamo in 51 posizione Gio-
             vanni (Giovannuccio) d’Alagona, subito seguito dallo zio Artale, il quale
             introduce  una  lunga  serie  di  cavalieri  scomunicati.  Sia  Giacomo
             Mustaccio, signore del casale di San Teodoro, cittadino e protontino di
             Palermo, il quale aveva firmato la richiesta al papa del 1338 per il rico-
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             noscimento del re , sia Nicolò de Lauria, inviato da Federico III nel
             1335, e da Pietro II nel 1338, come ambasciatore alla curia avignonese





             torio della feudalità siciliana (1282-1390) cit., pp. 252 s.; L. Sciascia (a cura di), Perga-
             mene siciliane dell’Archivio della Corona d’Aragona (1188-1347) cit., doc. 44, p. 129.
                77  Discendente dal cavaliere omonimo che fu uno degli incaricati dell’organizzazione
             del duello tra Pietro III d’Aragona e Carlo I d’Angiò. Nel 1345, domiciliato a Trapani, sarà
             tassato per 6 cavalli armati. Nel 1353 farà testamento. Cfr. I. Scaturro, Storia della città
             di Sciacca cit., I, pp. 361, 389, 558; A. Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-
             1390) cit., p. 252; P. Sardina, Il labirinto della memoria: clan familiari, potere regio e ammi-
             nistrazione cittadina ad Agrigento tra Duecento e Quattrocento cit., p. 204.
                78  Nel 1335 riceveva un reddito di 160 once. Era già morto il 20 marzo 1336. Cfr. A.
             Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) cit., pp. 436 s.
                79  Entrò in contrasto nel 1322 con Giovanni Chiaromonte per lo sfruttamento delle
             acque del fiume dell’Ammiraglio e fu da lui citato in giudizio dinanzi alla Magna Curia.
             Nel 1327 fu uno dei due sindaci inviati dalla città di Palermo al re per difendere i propri
             privilegi e la legittimità dell’operato nella celebrazione del processo contro un messinese.
             Percepiva un tarì per ogni barca che caricasse frumento, orzo o legumi nel porto di Ter-
             mini (1328), dal quale riceveva 15 once di reddito (1335). Nel 1336 fu, con due cavalli
             armati, uno degli stipendiarii, abitanti a Palermo, mobilitati per la spedizione all’isola di
             Gerba. Nel 1337 fu uno dei tre sindaci della città di Palermo inviati a Catania, per pre-
             sentare delle richieste al re. Nella battaglia di Lipari (1339) sarà fatto prigioniero dagli
             angioini. Nel 1345 corrisponderà l’adoa per cinque cavalli e mezzo (100 once di reddito).
             Fu pretore di Palermo (1347-48), città nella quale abitava al Cassaro in ruga domini Iacobi
             Mustacii militis, come da lui prendeva nome. Morirà nel 1349. Cfr. H. Bresc, Un monde
             méditerranéen. Économie et société en Sicile 1300-1450, Rome-Palermo 1986, II, p. 789;
             L. Citarda (a cura di), Acta Curie, 3 (Registri di lettere 1321-1326. Frammenti) cit., docc.
             1, 23, pp. 4, 49 s.; M.R. Lo Forte Scirpo (a cura di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 4
             (Registro di lettere 1327-1328) cit., docc. 24, 82, 93, pp. 41, 131, 151; L. Sciascia (a cura
             di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 6 (Registri di lettere 1321-22 e 1335-36) cit., docc.
             25, 33, 207, 217, pp. 41, 56, 336, 355; L. Sciascia (a cura di), Acta Curie felicis urbis
             Panormi, 7 (Registri di lettere 1340-48) cit., doc. 196, p. 278; C. Bilello - A. Massa (a cura
             di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 8 (Registro di lettere 1348-49 e 1350), Palermo 1993,
             docc. 144, 246, 260, p. 190, 317 s., 333; C. Bilello, F. Bonanno, A. Massa, Acta Curie
             felicis urbis Panormi, 9 (Registro di lettere 1350-1351) cit., doc. 49, p. 63; A. Marrone,
             Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390) cit., pp. 302 s.; M. Moscone, Un modello
             di documento semipubblico nella Sicilia tardomedievale: la designatio  syndicorum di
             Palermo e Messina per l’ambasceria del 1338 a Benedetto XII cit., p. 515.


             n.43                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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