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                 Cinquecento aveva il sapore della condanna e del castigo. A suo giu-
                 dizio, infatti, le «abominationi de alcuni laici» nella gestione delle opere
                 di carità portava con sé una degradazione della dignità ecclesiastica,
                 permettendo il parallelo propagarsi di una insofferenza nei confronti
                 delle gerarchie della Chiesa e del conseguente dissenso dottrinale, che
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                 andava in tutti i modi debellato .
                    La storia difficile delle confraternite di carità, e non solo del Divino
                 Amore ma anche degli analoghi istituti della repubblica di Venezia e
                 del regno di Napoli, come la compagnia dei Bianchi di giustizia, restau-
                 rata dallo stesso Vernazza e ben presto infiltrata dal pensiero valde-
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                                                                               8
                 siano , fa quindi vacillare la categoria stessa di Riforma cattolica . Una
                 evanescenza mostrata anche dalla istituzionalizzazione dei nuovi ordini
                 di chierici regolari che videro le loro origini nella prima metà del Cin-
                 quecento e che nel sistema jediniano sono considerati all’interno di un
                 simile progetto di riforma, insieme con il rinnovamento degli ordini
                 mendicanti, le nuove forme di associazionismo degli istituti assisten-
                 ziali, le spinte innovative di alcuni vescovi e cardinali . Recenti studi
                                                                      9
                 non solo hanno messo in luce il ruolo di secondo piano avuto da Gae-
                 tano Thiene e da Antonio Maria Zaccaria nella fondazione rispettiva-
                 mente dei teatini e dei barnabiti, ma anche la loro irriducibilità al
                 modello gesuitico proposto da Ignazio di Loyola .
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                    6  G.M. Monti, Ricerche su Papa Paolo IV Carafa, Cooperativa Tipografica Chiostro S.
                 Sofia, Benevento, 1923, pp. 169-170.
                    7  Cfr. G. Romeo, Aspettando il boia. Condannati a morte, confortatori e inquisitori nella
                 Napoli della Controriforma, Sansoni, Firenze, 1993, pp. 108-110; E. Bonora, Aspettando
                 l’imperatore. Principi italiani tra il papa e Carlo V, Einaudi, Torino, 2014, p. 43; G. Alonge,
                 Dalla carità all’eresia cit., p. 195.
                    8  Cfr. a questo proposito le posizioni di M. Firpo, Rethinking “Catholic Reform” and
                 “Counter-Reformation” cit.
                    9  Si veda a questo proposito T.F. Mayer, Reginald Pole Prince and Prophet, Cambridge
                 University Press, Cambridge, 2000, dove, a proposito di un omogeneo progetto di riforma
                 della Chiesa, si parla di reform tendency, utilizzando sostanzialmente la stessa locuzione,
                 tendenza riformistica, proposta in chiave jediniana da G. Penco, Storia della Chiesa in Ita-
                 lia, 2 voll., Jaka Book, Milano, 1978, vol. I, Dalle origini al Concilio di Trento, p. 583: «Tale
                 riforma, già largamente iniziata nel ’400, prosegue infatti, dopo il sorgere del moto prote-
                 stante, con rinnovato slancio ad opera di una grande quantità di vescovi, di fondatori e
                 di santi, spesso in contatto reciproco o attratti nell’orbita di istituzioni che, come gli Ora-
                 tori del Divino Amore, sono l’espressione più tipica, in pieno ’500 di tale tendenza rifor-
                 mistica anche per la generosa partecipazione dell’elemento laicale». Cfr. anche M.A. Lewis,
                 Recovering the Apostolic Way of Life: The New Clerks Regular of the Sixteenth Century, in
                 K.M. Comerford, H.M. Pabel (a cura di), Early Modern Catholicism. Essays in Honour of
                 John W. O’Malley, S.J., University of Toronto Press, Toronto, 2001, pp. 280-296.
                    10  E. Bonora, I conflitti della Controriforma. Santità e obbedienza nell’esperienza dei
                 primi barnabiti, Le Lettere, Firenze, 1998; G. Mongini, Ignazio di Loyola. Un illuminato al
                 servizio della Chiesa, il Sole 24ore, Milano, 2014 e A. Vanni, Gaetano Thiene. Spiritualità,
                 politica, santità, Viella, Roma, 2016.


                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Aprile 2019      n.45
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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