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Prefazione                                                        13


                    Paese un ruolo particolarmente attivo nella regione e, soprattutto, lo
                    rese in grado di svolgere abbastanza liberamente azioni umanitarie ri-
                    spetto alle varie parti tra loro in conflitto. Quest’ultimo dato rappre-
                    senta un motivo non secondario nello spiegare come mai l’Italia di-
                    venne a più riprese terra di accoglienza, o di transito, per gruppi etnici,
                    nazionali, politici e religiosi costretti ad abbandonare più o meno pre-
                    cipitosamente le proprie patrie. E questo non solo in casi, come quelli
                    della  diaspora  studentesca  palestinese  o  iraniana,  nei  quali  vi  era
                    un’indubbia coerenza tra la linea politica prevalente espressa dai go-
                    verni e dalle principali forze politiche italiane e la creazione di reti di
                    solidarietà e d’accoglienza nel nostro Paese, ma anche, paradossal-
                    mente, nel caso degli ebrei egiziani, che poterono trovare un primo
                    rifugio nella Penisola proprio in virtù dei buoni rapporti sempre man-
                    tenuti dai governi italiani con l’Egitto di Nasser.
                       Il primo dei saggi di questa proposta monografica riguarda la co-
                    munità armena che, antica presenza nella nostra Penisola, vide un
                    significativo incremento di membri a partire dal primo dopoguerra a
                    seguito del genocidio e della fine del sistema della “convivenza” nei
                    territori ottomani, e divenne particolarmente rilevante nella seconda
                    metà del Novecento fino a conoscere un momento di particolare effer-
                    vescenza  politica  tra  anni  Settanta  e  Ottanta.  Per  il  suo  dipanarsi
                    lungo il Novecento, la vicenda armena rappresenta una sorta di pro-
                    logo all’intera questione e impone di considerare con attenzione il pe-
                    riodo tra le due guerre, anche se il saggio di Giorgio Del Zanna si con-
                    centra  prevalentemente  sul  periodo  successivo  al  Secondo  conflitto
                    mondiale. L’autore delinea il progressivo costituirsi di una comunità
                    culturalmente  e  socialmente  significativa,  seppur  numericamente
                    contenuta, giunta ormai alla terza generazione, e mette in evidenza
                    come gli armeni “italiani” abbiano saputo divenire una presenza rico-
                    noscibile all’interno della società italiana, radicandosi soprattutto nel
                    contesto milanese, e dividendosi profondamente per atteggiamenti po-
                    litici  e  culturali  a  seconda  del  dato  generazionale.  Con  riferimento
                    all’amplissima bibliografia internazionale sulla diaspora armena e di
                    quella assai più limitata sul caso italiano, Del Zanna ricostruisce la
                    vicenda, sinora poco studiata, dei profughi armeni in Italia, l’atteggia-
                    mento dello Stato italiano, delle istituzioni locali e di quelle religiose di
                    fronte a quanti fuggivano dal primo genocidio del XX secolo, dedicando
                    una particolare attenzione alla politicizzazione della diaspora armena
                    verificatasi a partire dall’affacciarsi di una nuova generazione, più “ita-
                    liana”, a partire dagli anni Settanta.
                       La fine del sistema della “convivenza” che caratterizzò a lungo il
                    Mediterraneo orientale, di fronte alla contrapposta affermazione dei
                    nazionalismi, e in particolare del sionismo e del nazionalismo arabo,




                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Aprile 2022
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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