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           perché si trattava del conte d’Asaro, Scalore degli Uberti, di nobile
           famiglia  ghibellina  e  figlio  di  Giacoma  Palizzi.  Roberto  d’Angiò,
           garantendone la «vera conversione et contricione», lo raccomanderà
           a Clemente VI, perché come combattente al suo fianco, e ribelle a re
           Pietro, ottenesse una pubblica assoluzione del suo passato ghibel-
               44
           lino . Schierato Scalore con gli angioini, le funzioni di protonotaro
           erano state assunte, con titolo di logotheta, dallo zio, il cancelliere
                           45
           Damiano Palizzi .
              Tra la posizione ventunesima e la ventiquattresima dell’elenco degli
           scomunicati troviamo i quattro giudici della Magna Curia. Due sono
                                    46
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           messinesi: Genoisio Porco e Gregorio de Gregorio , gli altri due paler-
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           mitani: Roberto de Laurenzio (più avanti sarà scomunicato anche suo
           figlio Sion o Simone) e Omodeo de Carastono (Castrono, Crastono) , i
                                                                            49

              44  S. Fodale, La svolta siciliana nel pontificato di Clemente VI cit.
              45  A. Marrone, I titolari degli uffici centrali del Regno di Sicilia dal 1282 al 1390 cit., p. 318.
              46  Legum doctor. Familiaris e consigliere di Federico III. Fu giudice della Corte dello
           strategoto di Messina negli anni 1304, 1307, 1310, 1311, 1312, 1316, maestro razionale
           del Regno e luogotenente del maestro giustiziere. A. Romano, ‘Legum doctores’ e cultura
           giuridica nella Sicilia Aragonese. Tendenze, opere, ruoli, Milano 1984, pp. 26, 97, 110,
           276; H. Bresc, Le gouvernement de l’étranger: aristocrates et marchands ‘experts’ à la
           cour de Sicile (1296-1355) cit., p. 196; A. Marrone, I titolari degli uffici centrali del Regno
           di Sicilia dal 1282 al 1390 cit., pp. 320, 324.
              47  Giudice della Corte dello strategoto di Messina nel 1316, 1319 e 1324. Nel 1345
           sarà ancora giudice della Magna Curia. Comprò per 70 once una vigna a Larderia. E.
           Pispisa, Messina nel Trecento. Politica economia società cit, p. 103; A. Marrone, I titolari
           degli uffici centrali del Regno di Sicilia dal 1282 al 1390 cit., p. 324.
              48  Giudice giurista di Palermo (1316). Giudice della Magna Curia (1328-29). Nel 1333
           fu testimone nel testamento di Matteo Sclafani: iudex Robertus de Laurentio de Panormo
           magne regie curie iudex. A. Romano, ‘Legum doctores’ e cultura giuridica nella Sicilia Ara-
           gonese. Tendenze, opere, ruoli cit., pp. 101, 278; P. Corrao (a cura di), Acta Curie felicis
           urbis Panormi, 5 (Registri di lettere ed atti 1328-1333), Palermo, 1986, docc. 16, 30, 51,
           80, 81, 138, pp. 36 s., 64, 94, 147 s., 241; A. Marrone, I titolari degli uffici centrali del
           Regno di Sicilia dal 1282 al 1390 cit., p. 324; M.A. Russo, I testamenti di Matteo Sclafani
           cit., pp. 533 s.; n. 6 (aprile 2006), p. 63; M. Moscone, Un modello di documento semipub-
           blico nella Sicilia tardomedievale: la designatio syndicorum di Palermo e Messina per l’am-
           basceria del 1338 a Benedetto XII cit., p. 516.
              49  Cittadino palermitano. Figlio di Giacomo. Studente di diritto civile a Bologna nel
           1326. Giudice a Palermo nel 1328, ha una questione con un giudice bolognese per una
           fideiussione. Giudice della Corte Pretoriana, nel 1332 è ingiuriato da un notaio, per un
           provvedimento di esecuzione da lui emesso. Nel 1335 era giudice della Magna Curia. Nel
           1342, advocatus della Magna Curia, sarà inviato dalla città di Palermo con Abbo Barresi,
           Giovanni Calvelli, Orlando de Milia a trattare col duca Giovanni l’incoronazione di re
           Ludovico. H. Bresc, Livre et société en Sicile (1299-1499), Palermo 1971, doc. 6, pp.113
           s.; A. Romano, ‘Legum doctores’ e cultura giuridica nella Sicilia Aragonese. Tendenze,
           opere, ruoli cit., pp. 64, 71, 101, 114, 277; M.R. Lo Forte Scirpo (a cura di), Acta Curie
           felicis urbis Panormi, 4 (Registro di lettere 1327-1328), Palermo 1985, doc 58, pp. 95 s.;
           P. Corrao (a cura di), Acta Curie felicis urbis Panormi, 5 (Registri di lettere ed atti 1328-
           1333) cit., doc. 115, p. 206; L. Sciascia (a cura di), Acta Curie, 6 (Registri di lettere 1321-



           Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018       n.43
           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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