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Un'isola di scomunicati: Sicilia, 1339                           225



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             dal conte Enrico Rosso . Ad essi si collega, riguardo all’ufficio, il mae-
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             stro notaio Nicola de Pisano , seguito da quello della Cancelleria, Gia-
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             como de Turri . Al Rosso è poi da accostare, più oltre nell’elenco,
             Riccardo (Riccardello) Rosso, che non è il noto iuris civilis professor  29
             (non è qualificato infatti come dominus), ma un miles, fratello del conte
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             Enrico .
                Diversamente dall’ammiraglio, conte Giovanni Chiaromonte, il can-
             celliere Damiano Palizzi 31  era stato indicato col titolo del suo ufficio,
             pur trattandosi anche nel suo caso di un personaggio di primo piano
             nel Regno, e quindi tra i primi ad essere scomunicato, per l’insieme
             significativo della sua attività, ma soprattutto per la natura dell’ufficio,
             alla quale si aggiungeva l’aggravante dello status ecclesiastico. Come
             l’ammiraglio, neppure il gran camerario 32  è espressamente indicato col
             titolo dell’ufficio, perché anche in questo caso si tratta di un personag-
             gio, Raimondo Peralta, comunque scomunicato per un complesso pro-
             filo di attività.
                Forse per difetto d’informazione, il titolo comitale non è attribuito a
             Matteo Sclafani, che re Pietro aveva creato conte di Adernò, come a
             Raimondo Peralta, il quale contemporaneamente a lui era stato nomi-
             nato  conte  di  Caltabellotta,  e  a  Blasco  d’Alagona,  creato  conte  di
             Mistretta. Né il Peralta e l’Alagona vengono indicati quali pretesi conti,
             come Giovanni Chiaromonte e Matteo Palizzi, i quali come loro erano
             stati condannati alla perdita dei feudi, per la gravità della loro condotta.




             titolari degli uffici centrali del Regno di Sicilia dal 1282 al 1390 cit., p. 345; S. Fodale,
             Un matrimonio al tempo della peste nera e della ‘pestifera sediciuni’: Pietro il Cerimo-
             nioso, re d’Aragona, ed Eleonora di Sicilia (27 agosto 1349), in A. Giuffrida, F. D’Avenia,
             D. Palermo (a cura di), Studi storici dedicati a Orazio Cancila, Associazione Mediterra-
             nea, Palermo 2011, p. 44; Id., Su l’audaci galee de’ Catalani (1327-1382). Corona d’Ara-
             gona e Regno di Sicilia dalla morte di Giacomo II alla deportazione di Maria, Roma 2017,
             pp. 79, 92.
                26  A. Marrone, I titolari degli uffici centrali del Regno di Sicilia dal 1282 al 1390 cit.,
             pp. 308 s.
                27  Il notaio parteciperà alla rivolta di Messina del 1342, dopo la cui sconfitta sarà
             arrestato. E. Pispisa, Messina nel Trecento. Politica economia società cit. pp. 175, 179.
                28  H. Penet, Le Chartrier de S. Maria di Messina, I, Messina 1998, doc. 130, pp. 75,
             451 (Jacobus de Turri de Messana. 1341).
                29  L. Sciascia (a cura di), Pergamene siciliane dell’Archivio della Corona d’Aragona
             (1188-1347), Società Siciliana per la Storia Patria, Palermo 1994, pp. 176 s., 230-233;
             Ead., Le donne e i cavalier, gli affanni e gli agi: famiglia e potere in Sicilia tra 12. e 14.
             secolo, Sicania, Messina, 1993, pp. 169, 174, 181, 192.
                30  Cfr. Michele da Piazza, Cronaca cit., pp. 167, 312 s.; L. Sciascia, Le donne e i cava-
             lier, gli affanni e gli agi. Famiglia e potere in Sicilia tra XII e XIV secolo cit., p. 204.
                31  A. Marrone, I titolari degli uffici centrali del Regno di Sicilia dal 1282 al 1390 cit., p. 314.
                32  Ivi, pp. 308 s.


             n.43                            Mediterranea - ricerche storiche - Anno XV - Agosto 2018
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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