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Marta Cimino e il Comitato dei lenzuoli. antimafia, cordoglio e mobilitazione... 207
In breve, tornò l’esigenza di una esposizione politica più chiara. Ai
primi di giugno del 1996, a ridosso delle elezioni politiche (21 aprile) e
di quelle regionali (16 giugno), Marta Cimino inviò un messaggio ai com-
ponenti di Pau. Dichiarò che avrebbe sostenuto l’amministrazione co-
munale uscente nelle amministrative previste per l'anno dopo, e che
avrebbe votato candidati del Pds nelle altre competizioni. Più di ogni
altra cosa, invocava uno schieramento, ovvero che «esponenti riconosci-
bili della società civile esprimano dichiarazioni di voto trasversali, moti-
vate, comprensibili». Non le sembrava una scelta «compromettente», né
un «tradimento» rispetto al loro «modo di operare»: «considero invece un
tradimento il tirarsi fuori dalle vicende politiche elettorali perché “non
bisogna sporcarsi le mani”» 131 . L’argomento era condiviso da altri mem-
bri di Pau, che chiesero «di prendere una chiara posizione per cercare
di arginare la vittoria della destra». L’assemblea respinse la richiesta,
«in quanto non condivisa all’unanimità», ma dopo la tornata elettorale
molti, tra cui Marta, chiesero un confronto: «Pau e la politica, o meglio,
qual è il significato e la collocazione politica dei progetti e delle idee por-
tate avanti dal cartello? Antimafia, solidarietà ai giudici, impegno so-
ciale, devono avere o no un riscontro del voto?» 132 .
Siamo a un decisivo punto interpretativo: la distanza dai partiti
aveva rappresentato una caratteristica consustanziale del Comitato
per gran parte della sua pur breve esistenza; in poco tempo, però, l’esi-
genza di un impegno esplicito tornò a farsi sentire. Pesava il dato ge-
nerazionale: a differenza dei più giovani, che a Palermo avevano tro-
vato nell’antimafia la prima, inedita, forma di impegno, una buona
parte dei componenti del Comitato aveva memoria diretta della politica
novecentesca. Si mossero in una dimensione liminare, frutto della so-
vrapposizione tra il cogente bisogno di uno spazio inedito, e il pulsare
di tradizioni personali e familiari che rimandavano ad esperienze, an-
che identitarie, maturate nei partiti e nei movimenti ormi scomparsi o
in via di drastica trasformazione. Non a caso quel dibattito sulla ne-
cessità di schierarsi nelle tornate elettorali accompagnò gli ultimi mesi
di vita del Comitato dei lenzuoli, del quale non conosciamo una esatta
data di scioglimento. Marta lo collocò nel 1995, al momento dell’aper-
tura del processo per la strage di Capaci, perché, disse, uno dei loro
obiettivi era stato raggiunto («mai un processo per fatti di mafia era
stato istruito in tre anni») 133 . Altrove, il termine ante quem è spinto fino
131 Dattiloscritto intitolato «Messaggio di Marta (assente giustificata)», 3 giugno 1996,
ivi, Raccoglitore blu «‘96/2».
132 Dattiloscritto non intitolato e non datato che inizia con «Schiacciati tra le elezioni
del 20 aprile e del 16 giugno», firmato da Marta Cimino, Manlio Condello, Virginia Dessy,
Francesco Lo Cascio, Giusy Russo, Maurizio Sarà, Nicola Sinopoli, Maruzzi Sorge, ivi.
133 Storia di Marta cit., p. 13.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)