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160 Dario Salvatore
l’abbattimento fisico e spirituale degli ostacoli presenti sul cammino
della futura città portuale fascista .
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I lavori al porto e il ritorno di Napoli a sede di armamento di una
importante compagnia nazionale – la Tirrenia – negli anni Trenta fu-
rono pertanto presentati dalla pubblicistica fascista come l’attuazione
diretta della volontà del duce espressa in occasione della sua prima
visita nel 1922.
Di fronte a questa interpretazione dell’azione pubblica segnata-
mente ‘fascista’ nei soggetti e nel linguaggio e quasi ‘teleologica’ per
impostazione, il presente contributo prova a dare un maggiore respiro
storico-economico all’analisi di vicende che rientrano pur sempre in
un campo di attività economica qual è lo shipping business. Nel fare
ciò si cercherà di inquadrare il tema dello sviluppo del porto di Napoli
all’interno di una prima cornice interpretativa nazionale, rappresen-
tata dalla storia marittima postunitaria, e di una seconda cornice in-
terpretativa internazionale, rappresentata dalle profonde trasforma-
zioni economiche che investirono il mondo tra la fine dell’Ottocento e
l’inizio del Novecento . Ciò per comprendere sia il contesto operativo
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delle scelte fatte dal regime, sia per gettare uno sguardo sul retroterra
storico-economico dell’area napoletana con il quale soppesare la pra-
ticità di quelle stesse scelte. Infine, una particolare attenzione sarà
dedicata al ruolo svolto dagli operatori locali del settore marittimo e
dall’Iri e ciò con il preciso intento di superare un’interpretazione ‘deci-
sionista’, che vede il risultato della sede di armamento e del potenzia-
mento del polo marittimo napoletano come puro atto d’imperio del fa-
scismo. Al contrario, l’elaborato vuole mettere in evidenza sia il ruolo
di negoziazione esercitato con oculatezza dalle deputazioni locali, sia
la distanza intercorsa tra la visione di sviluppo fascista e la riorganiz-
zazione tecnico-finanziaria della navalmeccanica napoletana operata
nei medesimi anni dall’Iri.
Le domande da cui partire sono le seguenti: il regime quanto coeren-
temente sostenne lo sviluppo marittimo della città? In che modo i por-
tatori di interessi locali influenzarono la decisione di potenziare il polo
1 Alto Commissariato per la città e la provincia di Napoli, Napoli. Le opere del regime
dal settembre 1925 al giugno 1930, Francesco Giannini & Figli, Napoli, 1930.
2 L. De Courten, Per una storia della marina mercantile dall’Unità alla Prima guerra
mondiale, «Clio», n. 4, 1981, pp. 491-512; Id., La marina mercantile italiana nella politica
di espansione (1860-1914). Industria, finanza e trasporti marittimi, Bulzoni Editore,
Roma, 1989; T. Fanfani, Il difficile sviluppo di un settore protetto: la marina mercantile
italiana dal 1861 al 1914, «Studi e informazioni», n. 2, 1990, pp. 145-165; R. Giulianelli,
Armatori, banche e Stato. Il credito navale in Italia dall’Unità alla prima crisi petrolifera,
Il Mulino, Bologna, 2017; Id., The State and the Sea. Economic Policy for the Shipbuilding
and the Marine-Equipment industry in Italy Between the Two World Wars, «The Journal
of European Economic History», n. 1, 2015, pp. 151-184.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)