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                peculiarità degli anni oggetto d’analisi sta nel riconoscere la presenza
                di due eventi-soglia come la Prima guerra mondiale e la crisi del 1929
                che alterarono sensibilmente il contesto operativo dello shipping ita-
                liano rompendo storici, ma delicati, equilibri tra le piazze marittime
                tirreniche. Sono questi eventi che innescarono concretamente un for-
                zato ripensamento del dispositivo marittimo italiano offrendo la possi-
                bilità alla società portuale napoletana di porsi di nuovo ad una dimen-
                sione nazionale.
                   Nello schema definitivo licenziato dalla Commissione nel 1925 poco
                cambiò rispetto agli equilibri trovati nelle convenzioni provvisorie del
                1923,  anche  se  gli  screzi  non  mancarono  neanche  in  questo  caso.
                L’esempio è dato dalla linea per l’Eritrea e la Somalia (linee 14), la
                quale prevedeva originariamente nel proprio itinerario scali a Messina
                e Catania. Nel primo progetto di risistemazione della linea fu esclusa
                la città di Messina, mentre su richiesta della concessionaria, la società
                Italia, venne aperta una discussione anche per il mantenimento dello
                scalo catanese, perché poco remunerativo e perciò superfluo. Come
                soluzione fu proposto un collegamento diretto da Napoli a Port Said al
                fine di trasformare la linea in celere. Una proposta simile venne fatta
                anche per la linea 15 (Genova-Dar es Salaam) suggerendo la soppres-
                sione dopo Napoli degli scali di Catania, Tripoli e Bengasi . Come pre-
                                                                       54
                sumibile  aspettarsi  tali  proposte  suscitarono  nelle  città  oggetto  di
                esclusione una ferma opposizione, che seppe trasformarsi presto in un
                efficace ostruzionismo. Fu soprattutto la città di Messina a mobilitare
                il maggior numero di forze con varie associazioni commerciali, che in-
                viarono numerosi e insistenti reclami di concerto con il prefetto della
                città all’indirizzo del Commissariato per i servizi marittimi. Cionono-
                stante, la differenza la fece la capacità di aprire una questione politica
                sul caso grazie alla pressione generata dai telegrammi, dalle lettere e
                dalle interrogazioni parlamentari dei deputati messinesi Giuseppe To-
                scano ed Ettore Lombardo Pellegrino .
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                   Motivi di attrito con l’ex capitale erano allora già presenti per il bu-
                siness dei migranti e non mancarono di essere fatti presenti in tale
                occasione. Nonostante l’avvenuto riconoscimento per legge di Messina
                come porto d’imbarco per l’emigrazione transoceanica, la concentra-
                zione delle linee avveniva da tempo ormai a Napoli e in parte a Palermo
                rendendo la città sullo stretto una mera tappa. Il prestigio ferito fu
                comunque solo un aspetto della vicenda e neanche quello più impor-
                tante. La sostanza della questione stava nella tutela di interessi sen-
                sibili della classe mercantile della città siciliana. Dopo il devastante


                   54  Acs, Ministero delle Comunicazioni, Direzione Generale Marina Mercantile, Ispet-
                torato servizi marittimi, b. 896.
                   55  Ibidem.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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