Page 174 - mediterranea 57
P. 174
174 Dario Salvatore
sovvenzionata nell’area del Tirreno e le conseguenze che ciò avrebbe
comportato per Genova. Si riconobbe tra i presenti la necessità di ra-
zionalizzare un comparto scopertosi sovradimensionato all’indomani
del divampare della crisi economica. Analogamente, però, non furono
nascosti dubbi sugli intendimenti del Governo in fatto di designazione
delle sedi di armamento. Non a caso gli ordini del giorno della riunione
suonarono quasi come un monito lanciato all’esecutivo per il rispetto
di quella «tradizione dell’organizzazione, della concorrenza estera e
delle esigenze dell’hinterland nazionale» che solo Genova poteva ga-
rantire concludendo che la città ligure non poteva diventare un mero
«scalo di linee nazionali facenti capo ad altri porti, né essere subordi-
nata ad altri interessi» .
67
La notizia della riunione e del voto espresso giunsero presto a Napoli,
dove, come è presumibile aspettarsi, non ebbero un’accoglienza bene-
vola. Il quotidiano «Roma» rimarcò la necessità che anche Napoli attra-
verso le sue forze economiche e politiche facesse sentire i propri deside-
rata al Governo .
68
In aggiunta, il giornale napoletano ricordò i soldi spesi per l’ammo-
dernamento del porto e la necessità di mettere in valore le opere che
proprio in quegli anni stavano entrando a regime operativo, come solen-
nemente rimarcato dalla pubblicistica fascista . Il sottolineare gli inve-
69
stimenti fatti dallo Stato e soprattutto la parola data da Mussolini e dalle
gerarchie fasciste per rendere Napoli quella regina promessa fu una
strategia usata ampiamente dal «Roma» e dagli altri quotidiani locali.
Con il richiamo agli oneri assunti, il fascismo veniva chiamato alla prova
dei fatti dopo dieci anni di promesse e lavori.
La risposta al voto di Genova arrivò pochi giorni dopo dalle istituzioni
napoletane mobilitate e coordinate dall’Alto Commissario della città Mi-
chele Castelli. Il 17 aprile nell’ufficio di presidenza del Consiglio provin-
ciale dell’economia di Napoli Castelli invitò il federale Schiassi, il pode-
stà Duca di Bovino e il presidente della provincia per discutere del voto
espresso dal Consiglio provinciale di Genova e della necessità di rispon-
dere in maniera adeguata anche perché, come evidenziava Castelli, alla
riunione genovese avevano partecipato personaggi importanti della so-
cietà civile e del partito . Quello che Castelli cercò di realizzare nel più
70
breve tempo possibile fu un sodalizio di interessi convergenti che riu-
nisse associazioni di categoria, autorità cittadine e deputati locali in
modo tale da controbilanciare gli interessi genovesi e generare un’effi-
67 «Il giornale d’Italia», 14 aprile 1931, Una riunione a Genova per il riordinamento dei
servizi marittimi.
68 «Roma», 14 aprile 1931, Gli interessi di Napoli nella sistemazione dei servizi marit-
timi del Tirreno.
69 «Il regime fascista», 10 agosto 1933, Il nuovo grande porto di Napoli.
70 Asn, Prefettura, Gab., II vers., b. 1107, doc. n° prot. 4412.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)