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La regina del fascismo. Lo sviluppo del polo marittimo napoletano... 175
cace massa di pressione sull’esecutivo prima del licenziamento del testo
della convenzione. In soccorso dell’Alto Commissario venne Borriello –
suo vice al Consiglio –, il quale convocò una riunione della Federazione
fascista degli armatori dell’Italia meridionale di cui era presidente. In
quella riunione furono espressi voti pressoché identici a quelli conte-
stualmente formulati dal Consiglio, con l’aggiunta di un invito diretto a
Mussolini a non dimenticare Napoli «che ha pure il suo diritto a vivere
e lavorare».
Ad unirsi al coro di voci furono anche il Consiglio del lavoro del porto
di Napoli , impegnato già da giorni a tenere adunate nello scalo sul
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tema sollevato da Genova, la Federazione provinciale fascista del com-
mercio e il municipio di Napoli . Questi ultimi due, rispettivamente il
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20 e il 23 di aprile, fecero voti per sostenere la causa di Castelli «come
se una gagliarda voce, quella della Patria, le avesse chiamate a rac-
colta» . Tutto questa ‘potenza di fuoco’ fu poi indirizzata da Castelli
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verso il ministero delle Comunicazioni e la Presidenza del Consiglio con
l’invio dei desiderata .
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Nelle settimane e nei mesi successivi lo scontro tra le due città si
spostò dalle sedi istituzionali sulle pagine dei giornali. Il 6 maggio la
rivista specializzata napoletana il «Porto» rispose ad un articolo del
«Giornale di Genova» sul traffico del Tirreno e il porto di Napoli. Nel
cercare di stemperare gli animi cittadini – «niente Genova contro Na-
poli» – dimostrando la vacuità di molti discorsi giornalistici motivati
unicamente dal fare polemica campanilistica senza alcun fondamento
statistico e di economia del mare, il giornale di Arturo Assante spronò
comunque la borghesia napoletana a rispondere alla sfida lanciata da
Genova uscendo dall’apatia nella quale si crogiolava «anelando il vivere
quieto e senza scosse» .
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L’impellente necessità della Comit e della Credit di arrivare il prima
possibile ad una razionalizzazione delle società di navigazione spense
presto le polemiche . La Tirrenia nacque quindi senza i migliori au-
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spici e con un difficile equilibrio da mantenere tra i poli marittimi che
ne facevano parte. Per tale ragione la nuova società, piuttosto che
71 Ivi., doc. n° prot. 1283.
72 Ivi, doc. n° prot. 4764.
73 Ibidem. Questa frase è ripresa dalla lettera che il podestà di Napoli inviò a Castelli
per comunicargli il voto della consulta municipale.
74 Acs, Pcm, Gab., 1931, fasc. 13/5, n° 3733, Napoli servizi marittimi sovvenzionati.
75 «Il Porto», 6 maggio 1931, Controvento.
76 La Sofindit società finanziaria della Comit deteneva insieme alla Società Finanzia-
ria Florio la maggioranza del capitale azionario della società Florio, mentre la Sfi società
finanziaria creata dalla Credit disponeva a sua volta della maggioranza del capitale azio-
nario della Citra. Cfr. Acs, Asiri, Serie nera, Finmare, b. Sto/503, Compromesso per le
operazioni di concentramento delle aziende di Navigazione Florio-Citra in un ente unico
che sarà denominato Tirrenia.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)