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La regina del fascismo. Lo sviluppo del polo marittimo napoletano... 183
Resta da vedere il peso delle fonti straordinarie che per Napoli si concretiz-
zano nella possibilità di sfruttamento locale delle correnti di scambio che fa-
ranno capo all’Impero. Su questo punto occorre separare nettamente la fase
immediata da quella futura di valorizzazione delle terre recentemente conqui-
state. Nei riguardi immediati è indispensabile ricordare che l’aumento di traf-
fico dei porti meridionali dell’Impero e specialmente di quello di Napoli dipen-
derà dalle necessità e dalle disponibilità dell’Africa Orientale solo quando le
une e le altre consentiranno un’espansione delle attività industriali del Mezzo-
giorno 105 .
Dalle prime rilevazioni svolte dall’Iri sul porto e sulla cantieristica
del golfo risultò chiaro l’impossibilità di un ingrandimento dei cantieri
esistenti per ottenere l’aggiudicazione di lavori di costruzione per navi
di grossa stazza. Realisticamente Napoli non doveva inseguire l’An-
saldo e i Cantieri Riuniti dell’Adriatico, piuttosto sarebbe stato più op-
portuno ridimensionare, visti anche i limiti di profondità dell’hinter-
land già menzionati, il ‘Porto dell’Impero’ in una stazione di sosta e
raddobbo per diversi vettori di media grandezza, come aveva suggerito
anche Milone.
Curiosamente proprio l’inizio delle ostilità con l’Etiopia diede l’op-
portunità di mettere in pratica questi dettami avviando programmi di
integrazione orizzontale tra le società controllate. Esigenze di raziona-
lizzazione ed esigenze belliche permisero così di creare nell’area napo-
letana un primo circuito virtuoso tra la Tirrenia e i Bacini e Scali na-
poletani, con la prima che portò nei bacini della seconda 10 piroscafi
per lavori di riclassificazione e aggiornamento del valore di 21,6 milioni
di Lire 106 . I riesumati cantieri napoletani, a loro volta, si specializza-
rono in lavori di raddobbo e miglioramento tecnico del naviglio grazie
a questa domanda sostenuta dall’Iri e agli investimenti assicurati da
quest’ultima all’ammodernamento del capitale fisso del ramo delle ri-
parazioni 107 . Il coronamento di questo intervento si ebbe nel 1939 con
la creazione di Navalmeccanica, un organismo unico di gestione dei
cantieri del golfo di Napoli comprendente anche quello della Marina a
Castellammare di Stabia 108 . Questo nuovo assetto dei cantieri si saldò
alla contemporanea riorganizzazione della Tirrenia dopo la trasforma-
zione dell’Iri in ente permanente, in questo modo si realizzò un’effi-
ciente alleanza polisettoriale sotto coordinamento pubblico.
105 Confederazione Fascista degli Industriali-Unione Fascista degli Industriali della
Provincia di Napoli, Annuario industriale della provincia di Napoli 1939-XVII, s.d., Napoli,
p. XCII (Il corsivo è mio).
106 Acs, Asiri, Serie rossa, Bacini e scali napoletani, r. 1645, fasc. Commesse.
107 Ivi., Serie nera, Finmare, b. sto/506, Caratteristiche ed attività della S.A. Bacini
e Scali napoletani nel quindicennio dal 1920 al 1934.
108 A. De Benedetti, La via dell’industria, cit., pp. 112-123.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)