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188 Matteo Di Figlia
1. Introduzione, ovvero: una storia familiare
Il 26 maggio del 1992, poco dopo i funerali delle vittime della strage di
Capaci, anche scossa dalle lacrime della figlia tredicenne, una donna ap-
pese al balcone di casa un lenzuolo su cui aveva scritto «Palermo chiede
giustizia»: la donna si chiamava Marta Cimino e insieme alla madre, alla
sorella e ad altre persone a lei vicine, stava fondando il Comitato dei len-
zuoli . In questo saggio ricostruirò la storia sua e di quel gruppo, collo-
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candola nel contesto caratterizzato dalla crisi degli stati nazionali, dei
partiti di massa e delle ideologie novecentesche, e dal contestuale affer-
marsi, nel dibattito pubblico, della figura delle vittime . Sostengo che il
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Comitato dei lenzuoli rappresentò la trasposizione sul piano politico di
una grande esperienza di lutto collettivo, che voleva fare a meno di storici
corpi intermedi, quali partiti e sindacati. Anzi, il Comitato stesso svolgeva
una funzione di mediazione, facendosi punto di riferimento per un ampio
fronte di opinione pubblica che, in Italia e all’estero, si interessava all’an-
timafia e trovava nei componenti del Comitato, i «lenzuolini», interlocutori
assidui. Il nodo della politica restava però nei vissuti e nelle biografie dei
protagonisti di quel coraggioso slancio di impegno civile, i quali, in cerca
di risposte sul piano dei valori, si distanziavano da punti di riferimento
ideali che, ormai male in arnese, avevano retto per decenni, ma non ri-
nunciarono mai a cercarne altri. La storia di Marta Cimino fu anche que-
sto: il tentativo di fare del Comitato una bussola di luce per chi, perso il
porto sicuro delle identità politiche, si apprestava a navigare nella notte
senza stelle della crisi di sistema.
Marta Cimino era nata a Palermo nel 1950 da Marcello e da Giu-
liana Saladino . I genitori si erano conosciuti nelle redazioni di giornali
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1 L’episodio è raccontato in Storia di Marta, Istituto Gramsci Siciliano, Palermo,
2022, p. 2. Il libretto, che raccoglie uno scritto autobiografico di Marta Cimino, è stato
edito per accompagnare la mostra sul Comitato dei lenzuoli allestita presso la sede
dell’Istituto nel 2022. La numerazione delle pagine è mia. Sulla nascita del Comitato e
sulla natura collegiale di quel gesto: J. e P. Schneider, Un destino reversibile. Mafia,
antimafia e società civile a Palermo, Viella, Roma, 2009 (2003), pp. 179-180.
2 Per brevità mi limito a G. De Luna, La repubblica del dolore. Le memorie di un’Italia
divisa, Feltrinelli, Milano, 2011. Sullo specifico dell’antimafia M. Ravveduto, La religione
dell’antimafia. Vittime, eroi, martiri e patrioti della resistenza civile, in Strozzateci tutti, a
cura di M. Ravveduto, Aliberti, Roma, 2010 pp. 541-584; C. Moge, La construction d’une
mémoire publique de la lutte contre la mafia, de 1982 à 2012, à partir d’un martyrologe:
Pio La Torre, Carlo Alberto dalla Chiesa, Giovanni Falcone et Paolo Borsellino, Tesi di
Dottorato discussa il 30 novembre 2015 presso l’Université Grenoble Alpes; M. Ravve-
duto, La toponomastica della seconda repubblica. Falcone e Borsellino, vittime della ma-
fia, «Memoria e Ricerca», vol. 57, 2018, pp. 157-174.
3 M. Perriera, Marcello Cimino. Via e morte di un comunista soave, Sellerio, Palermo, 1990;
G. Fiume, Finché non c’è collera non c’è speranza, in G. Saladino, Chissà come chiameremo
questi anni, Sellerio, Palermo, 2010, pp. 9-66; nello stesso volume, vedi anche la testimo-
nianza delle figlie: Giuditta e Marta Cimino, Un uomo, una donna, pp. 547-551.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)