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190 Matteo Di Figlia
tutti gli altri magistrati caduti in quel terribile decennio. Lo stesso
Marcello Cimino ne parlò molto, mantenendo lo storico approccio del
Pci, che definiamo garantista:
Leggi più severe – scrisse dopo l’uccisione di Terranova – ; mano libera alla
polizia, la pena di morte: c'era da aspettarselo che per questa scorciatoia si
indirizzasse ancora una volta la parte più emotiva e/o approssimativa della
opinione pubblica dopo lo assassinio del giudice Terranova e del maresciallo
Mancuso; […] anche se più-poteri-alla-polizia dovesse voler dire licenza di tor-
turare durante un fermo prolungato, anche così, che passi avanti si farebbero,
a parte la ripugnanza per ogni violenza contro uomini inermi, per quanto cri-
minali e torturatori essi stessi possano essere? 11 .
Consapevole del lascito delle vittime sulla stratificazione di una co-
scienza antimafia, ricordò anche la lunga scia di caduti della Demo-
crazia cristiana (Dc) , presentando Piersanti Mattarella come un
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punto di riferimento rigoroso, e lamentando una scarsa eco del suo
esempio all’interno della Dc : il problema per lui, non era il sistema
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dei partiti in sé, ma la difficile cooperazione con il pezzo più importate
di esso. Dopo l’uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa, in un instant
book scritto a più mani, Cimino ribadì la sua fiducia nelle Istituzioni,
e nella collaborazione tra le forze politiche sane: nel suo capitolo inti-
tolato L’antimafia non parlava di movimenti o di società civile, ma si
concentrava sulla Commissione parlamentare, considerata un impre-
scindibile momento conoscitivo e di lotta .
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Facciamo un salto avanti giungendo al drammatico luglio 1992. Ci-
mino era morto nel 1989, sulle ceneri del Pci era nato il Partito demo-
cratico della sinistra (Pds), mani pulite era già scoppiata e «L’Ora»
aveva appena chiuso. Giuliana Saladino scrisse su «Segno», rivista
progressista del cattolicesimo postconciliare a Palermo, impegnata sul
fronte antimafia , per tirare le somme dell’ultimo decennio. Rifletté
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sulla chiusura de «L’Ora» («un Pds proprietario che accecato dalle sue
tempeste interne non si preoccupa di trovare un partner che ci sappia
fare, chiude e basta, come se “L’Ora” fosse il gazzettino di un tranquillo
11 Marcello Cimino, Se il coraggio è di pochi, «L'Ora», 27 settembre 1979, p. 4.
12 Id., Opinione/questa è mafia, ivi, 7 gennaio 1978, p. 4.
13 Id., La sfida dei morti, ivi, 8 maggio 1981, p, 3.
14 Marcello Cimino, L’antimafia, in Morte di un generale. L’assassinio di Carlo Alberto
Dalla Chiesa, la mafia, la droga, il potere politico, Mondadori, Milano, 1982, pp. 135-151.
15 Sulla vicinanza tra l’animatore di «Segno», Nino Fasullo, e la famiglia Cimino: M.
Perriera, Marcello Cimino cit., p. 153; G. Fiume, Finché non c’è collera non c’è speranza
cit., pp. 59-60. La stessa Marta ne era stata per un periodo direttrice responsabile (Sto-
ria di Marta cit., p. 9). Vedi anche G. Saladino, Compilando l’indice di Segno, «Segno»,
dicembre 1984, ora in Segno trecento. Mafia, chiesa, politica, Supplemento a «Segno», n.
300, dicembre 2008, pp. 111-130.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)