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La regina del fascismo. Lo sviluppo del polo marittimo napoletano... 185
dionale e delle Colonie legata alla Camera di Commercio per il ma-
nagement e la sede 112 e il deludente esperimento della Società Me-
ridionale di Navigazione che aveva unito una cordata di imprendi-
tori e politici locali 113 . Il rimanere così saldamente ancorati a questa
idea di Napoli ‘Regina del Mediterraneo’, malgrado risultati così me-
diocri, è da imputare in non poca misura ai vantaggi personali e di
categoria ottenuti dai suoi patrocinatori locali: svariate cariche
pubbliche per il ruolo svolto di mediatori locali delle politiche fasci-
ste 114 , servizi in esclusiva da gestire 115 e la ricerca di sostanziose
sovvenzioni per l’amministrazione di linee coloniali, meno remune-
rative ma più protette dalla concorrenza. Quindi, a dispetto di una
propagandata potenzialità per i settori produttivi del napoletano,
furono i settori dell’intermediazione commerciale, cioè coloro che
all’epoca guidavano la Camera di Commercio, a trarre reali benefici
da questa speciale relazione con il Mediterraneo e le colonie.
Se i mediatori avevano acceso, a modo loro, i riflettori sul problema,
il governo fascista ci mise da parte sua la volontà politica di risolverlo;
non senza tentennamenti. Bisognerà infatti aspettare la crisi del 1929
e una riorganizzazione d’emergenza per vedere quel risultato a lungo
propagandato 116 .
112 Nel 1924 presidente della banca era Biagio Borriello che contemporaneamente
rivestiva anche l’incarico di commissario straordinario della Camera di Commercio. Cfr.
Asn, Tribunale di Napoli, Tribunale civile, Serie fallimenti, Banca Meridionale e delle
Colonie (numero fallimento 12988 bis).
113 Emblematiche le parole di Costanzo Ciano invitato da Mussolini a verificare la
fattibilità del progetto imprenditoriale: «Sino ad oggi né l’on. Borriello né l’on. Paratore
mi hanno presentato il piano tecnico e finanziario che loro richiesi, e che promisero di
consegnarmi. Non so, quindi, comprendere come essi attendano le mie decisioni, mentre
sono io che attendo i loro preventivi e le loro delucidazioni sulla costituzione del Capi-
tale» in Acs, Spd, Co, Società Meridionale di Navigazione.
114 Dopo la proclamazione dell’impero il regime tornò a parlare di valorizzazione tu-
ristica di Napoli e a farsi interprete di questa idea fu ancora una volta Biagio Borriello
posto a capo del nuovo Ente provinciale del turismo.
115 Gli Elefante, membri di spicco della Camera di Commercio di Napoli e importanti
mediatori del governo fascista, divennero con la loro Società anonima Elefante e Mangili
gli spedizionieri ufficiali della fiera campionaria di Tripoli. Cfr. Asn, Prefettura, Gab., II
vers., b. 659, fasc. 1, documento in data 12 febbraio 1927.
116 Anche se il regime continuò a mantenere un comportamento incerto su tema-
tiche legate indirettamente alla sede di armamento. Ne è una dimostrazione la costru-
zione del bacino di carenaggio n°3, che con i suoi 341m avrebbe permesso allo scalo
di portare in riparazioni navi di grossa stazza per l’epoca. La mancanza di tale strut-
tura limitò di fatto l’offerta di servizi portuali dello scalo riducendone la competitività
rispetto ad altri porti nazionali e mediterranei. Va tenuto conto che un bacino è sia
una fonte di entrate dirette (lavori di manutenzione, carenatura, pulizia), sia di entrate
indirette (sostituzione dei macchinari di bordo e quindi lavoro per l’indotto). Nono-
stante fosse un’opera già impostata nel 1918, fu solo nel 1939, cioè vent’anni dopo,
che il fascismo rifinanziò i lavori, i quali si conclusero solo nel dopoguerra. Nel frat-
tempo a Genova in soli quattro anni (1935-1939) furono portati a termine i lavori di
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)