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184 Dario Salvatore
Osservata nel suo insieme, questa stagione di intervento pubblico
straordinario svolse una cruciale funzione sostitutiva di alcuni fattori
– specialmente know-how e capitali – di cui l’economia del mare napo-
letana denunciava una storica lacuna e, allo stesso tempo, una fun-
zione correttiva ridimensionando le aspirazioni locali e fasciste con un
realistico progetto di rilancio del polo marittimo. Queste due funzioni
esercitate dall’Iri furono possibili grazie a quella «rivoluzione coperni-
cana» – come la chiama Mellinato – innescata dalla crisi del 1929 e
governata poi dall’Iri, che permise al comparto marittimo di liberarsi
dalla storica subordinazione agli interessi «land-based» 109 rappresen-
tati dai gruppi cantieristico-siderurgici e dai gruppi di pressione delle
città portuali.
In conclusione, si può certamente asserire che la designazione di
Napoli a sede di armamento fu una designazione ‘dall’alto’, ossia vo-
luta e imposta dallo Stato, piuttosto che essere il riconoscimento di
una raggiunta posizione di forza dell’economia del mare dell’area na-
poletana. Lo Stato ha permesso di rompere nei fatti quella condizione
di ‘schiacciamento’ fornendo capitali e know-how ad una compagine
imprenditoriale locale che ne aveva sempre sofferto. Tuttavia, dietro
l’indiscutibile potenziamento del polo napoletano negli anni del fasci-
smo si possono identificare tre percorsi non necessariamente sovrap-
ponibili come appena riscontrato. Tali percorsi coincidono con i tre
fattori che hanno reso possibile l’ascesa del porto di Napoli: la mobili-
tazione del territorio, una volontà politica nazionale e la dotazione di
strutture tecnico-finanziarie.
Gli attori locali si sono dimostrati imprescindibili per il raggiun-
gimento dell’obiettivo, perché riuscirono a creare un network di in-
teressi locali che tenne alta l’attenzione governativa sul tema in-
fluenzando anche direttamente le scelte del regime grazie ad alcune
figure di raccordo 110 . Ad ogni modo, se il ruolo di questi portatori di
interesse fu importante nel sollevare il problema, meno lo fu nella
sua risoluzione. All’atto pratico la politica di questi individui nell’in-
tensificare le relazioni economiche tra i settori produttivi della pro-
vincia napoletana e l’oltremare mediterraneo e coloniale si risolse
in una serie di rovinosi fiaschi come dimostrano la liquidazione
della fiera campionaria di Napoli 111 , il fallimento della Banca Meri-
109 G. Mellinato, The origins of Finmare, cit., pp. 131-132.
110 Ferdinando del Carretto fu vicepresidente della Tirrenia e dal 1932 presidente del
Consiglio Superiore della Marina Mercantile. Biagio Borriello fu consigliere nel CdA della
Tirrenia e presidente della Federazione fascista degli armatori dell’Italia meridionale.
Sempre nel 1932 fu nominato Sottosegretario al ministero delle Comunicazioni Luigi
Lojacono, un fascista della prima ora, professore di economia e sindacalista molto at-
tento alle questioni economiche della provincia napoletana.
111 Acs, Pcm, Gab., 1925, fasc. 14/1, n° 993, V Fiera Campionaria.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)